Urbex Team Old Italy

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Il progetto:

Il confine tra la vita e la morte, decadimento e crescita, visibile e invisibile, passato e presente: i luoghi abbandonati includono tutti questi aspetti nel medesimo tempo, ispirando insieme attrazione e repulsione. Rappresentano il fascino del passato, di ciò che è stato e che ora non è più. Quell’irresistibile attrazione mista a paura che proviamo avvicinandoci ad un luogo abbandonato, con la mente che inizia a fantasticare sulle persone che in quel luogo esistevano. Luoghi impregnati dell’anima di chi li ha vissuti nello splendore quotidiano e che lasciano immaginare cio che c’era prima dell’abbandono. Sono luoghi in declino, silenziosi, eterni, laddove un tempo c’era vita ed ora rimane il nulla. La natura torna a crescere a suo piacimento, senza costrizioni, nella piena dimostrazione che nulla è eterno, e che prima o poi, si ritorna sempre alle origini. La fotografia non ferma il tempo, racconta l’abbandono in quanto trasfigurazione di un passato ricco ma ancora tangibile, rappresenta la verità scaturente da un rapporto simbiotico, rispettoso delle rovine, simbolo di un tempo perduto che si vorrebbe ritrovare. Il ricordo e la memoria di ciò che non è più non consola, ma costituisce un passaggio necessario per intraprendere un nuovo racconto e dare ai posti abbandonati una nuova vita.

 

Bio:

Siamo sempre stati appassionati di luoghi abbandonati e dell’alone di mistero che li circonda. Secondo noi, l’attitudine all’ esplorazione è insita nell’animo umano. Girovagando in rete, fummo colpiti da un sito internet che proponeva articoli riguardanti storie legate a luoghi abbandonati. Fino ad un anno fa, non sapevamo neanche che, entrare in una casa abbandonata, avesse creato di per sé un movimento chiamato appunto, urbex.

Abbiamo cominciato in 2, quasi per gioco, andando a visitare una struttura molto vicina a Torino, la nostra città, facendo solo alcune foto con lo smartphone. Rivedendo successivamente le foto ci siamo accorti dell’enorme potenziale che avevamo intorno. La nostra passione ha contagiato altri 3 nostri amici, partendo tutti da un semplice smartphone, per arrivare ad essere attrezzati con reflex, GoPro e drone.

Vorremmo dare una seconda vita ai luoghi, vorremmo tornassero a parlare, ad esprimere quello che hanno dentro. La nostra filosofia è basata su sani principi. Fare urbex significa amare profondamente il patrimonio artistico e socio-culturale di un paese, in questo caso l’Italia, che ormai sempre più spesso, non si accorge del valore inestimabile della sua ricchezza.

 

EN

The border between life and death, decay and growth, visible and invisible, past and present: abandoned places like all these aspects at the same time,
inspiring attraction and repulsion together.
They represent the charm of the past, of what has been and is no longer now. That irresistible attraction mixed with fear that we feel as we approach an abandoned place, with the mind starting to fantasize about the people who existed in that place.
Places imbued with the soul of those who lived them in their daily splendor
and that makes us imagine what was there before the abandonment.
They are places in decline, silent, eternal, where once there was life and now nothing remains.
Nature returns to grow as it pleases, without constraints, in the full demonstration that nothing is eternal, and that sooner or later one always returns to the origins.
Photography does not stop time, it tells of abandonment as a transfiguration
of a rich but still tangible past, it represents the truth arising from a symbiotic relationship, respectful of the ruins, a symbol of a lost time that one would like to rediscover.
The memory and remembrance of what is no longer consoling, but constitutes an obligatory step to embark on a new story and give new life to abandoned places.